Il potere suggestivo dell’arte non lascia nessun umano indifferente. In un quadro ci si può trovare un simbolo di orgoglio, un complemento d’arredo per il proprio salotto o solo uno scarabocchio, ma qualcosa suscita sempre, anche nel più ignorante dei soggetti. Anche l’odio è un sentimento, come l’ammirazione, lo sdegno, la rabbia. Questo è uno dei motivi per cui l’arte necessita di tutela.
tutèla s. f. [dal lat. tutela, der. di tutus, part. pass. di tueri «difendere, proteggere»] Difesa, salvaguardia, protezione di un diritto o di un bene materiale o morale, e del loro mantenimento e regolare esercizio e godimento (da parte non solo di un individuo ma anche di una collettività)
Le opere, per loro natura, devono essere fruibili purché siano veicolo di comunicazione di un idea o testimonianza di un fatto, ed è necessario che siano protette, da chi non riconosce il rispetto che è dovuto ad un bene di proprietà dell’intero genere umano, legandolo invece alle proprie ossessioni e distorsioni comportamentali.
Per quanto per me sia inconcepibile, facendo una breve analisi dei fatti di cronaca, ho provato a mettermi nei panni dell’assassino di un’opera, e capire caso per caso, quale potesse essere il movente del delitto.
Politica Accade spesso che vengano attribuiti dei valori politici a delle opere d’arte, o che semplicemente rispecchino un pensiero, un personaggio o un’istituzione. È lo strano caso in cui la Danae di Rembrandt, opera appartenuta alla zarina Caterina, viene presa di mira da Bronius Maigys il 15 giugno 1985, che la attacca prima con dell’acido solforico e poi tagliandola più volte con un coltello, inneggiando all’indipendenza della Lituania. La Russia risolverà tutto al suo modo: rapidissimo ed efficientissimo restauro e il colpevole in manicomio senza troppi complimenti.

Non capita di rado che, in caso di guerre civili e colpi di stato, la popolazione identifichi in musei e palazzi storici il vessillo del paese, così che questi edifici che sono in realtà i più indifesi siano attaccati dalla furia distruttiva. Così fu in Iraq quando è stata smembrata la più grande collezione di arte persiana, in Egitto, quando si razziarono le vetrine del museo del Cairo per mero scopo di contrabbando, e a marzo scorso in Algeria, alla notizia che l’odiato presidente sarebbe stato confermato per il suo quinto mandato.
Egocentrismo Se colpisci dritto dove guardano tutti, verrai inevitabilmente notato! Quale migliore occasione dell’esposizione di Guernica nella propria città. Nel 1974 il capolavoro di Picasso è esposto a New York, e Tony Shafrazi ha pensato di “migliorarlo” spruzzandovi le parole Kill lies all (uccidi ogni bugia) con uno spray rosso . Una volta fermato, mentre la guardia lo portava via, urlava di voler parlare con il curatore del museo, di essere un artista la sua intenzione era solo quella di “raccontare la verità”.

Della categoria dei sedicenti artisti mitomani credo possa far parte anche Vladimir Umanets, esponente del giallismo, filosofia per la quale anziché affrontare un processo creativo, si scelgono delle opere già esistenti e si includino in una cerchia di opere elette per celebrare il caldo colore. Uno dei dipinti prescelti fu (ahilui!) Black on Maroon di Mark Rothko. Vladimir fissa per un po’ l’opera sedendole davanti, poi si alza e con un pennello e della vernice nera la etichetta come opera del Yellowism. Finisce, esce e torna a casa, un po’ deluso per non esser stato fermato da nessuno.

Entrambi cercavano la fama. Adesso, ditemi chi di voi ricorda i loro nomi.
A riuscire a farsi riconoscere, purtroppo,è stato, invece, Alexander Brener: il suo imbrattare Suprematisme di Kazimir Malevich col simbolo del dollaro come il peggiore dei graffitari, lo ha addirittura fatto applaudire da alcuni critici russi annoverandolo tra i membri dell’azionismo russo. “Ho crocifisso il dollaro come Gesù” disse indicando la croce bianca che faceva ormai da sfondo alla vernice verde. Si beccò 10.000 dollari di multa, ma poi continuò la sua carriera come rinomato gallerista.

Furto Il 20 aprile 1978, a Piove di Sacco (Padova), nel santuario della Madonna delle Grazie, dei facinorosi con l’intenzione di rubare la Madonna con Bambino di Giovanni Bellini, fanno a pezzi il cristallo posto a protezione del dipinto e danneggiano il dipinto in modo grave. A quel punto lo lasciano lì. I miei complimenti!
Pazzia Cercando un’attenuante, a volte vengono attribuite alcune reazioni incontrollate di chi si trova al cospetto di un capolavoro, alla sindrome di Stendhal, che da manuale dovrebbe comportare una sensazione di turbamento simile a quella narrata dal viaggiatore a Santa Croce: sopraffatto dalla meraviglia, incantato, spossato e devastato. Non mi risulta affatto che questa anomalia psichica ti induca a portarti un martello da casa e spaccare tutto, come successe il 21 maggio 1972, giorno di Pentecoste in Vaticano. Un geologo australiano di 34 anni László Tóth, riuscì a colpire con un martello la Pietà di Michelangelo per quindici volte in pochi secondi, al grido di “Io sono Gesù Cristo, risorto dalla morte!”. Lasciatelo stare il povero Stendhal và!

Notevoli problemi doveva averli pure chi, una volta dentro la National Gallery di Londra esplose dei colpi di pistola contro La Vergine ed il Bambin Gesù con Sant’ Anna e San Giovanni Battista di Leonardo Da Vinci. Se in quest’occasione l’opera si salvò è perché le era stato applicato un cristallo blindato dopo altri due episodi di tentata distruzione.
Frustrazione Giusto in questi giorni è iniziato il restauro dell’imponente tela di Rembrandt La ronda di notte al quale sarà possibile assistere visitando le sale del Rijksmuseum di Amsterdam. Un dipinto questo, che più di ogni altro ha subito nei secoli danni per mano umana, tra cui una riduzione delle sue misure per essere adattato ad un ambiente per il quale non era stato concepito. Tra gli attentatori all’integrità del capolavoro, un cuoco, che nel 1911, si avvicina all’opera, e, frustrato per le sue condizioni economiche e lavorative, l’accoltella. Fortunatamente è riuscito solo a graffiarla. No, non sono ancora riuscita a capire cosa potesse legare la sua situazione al Rembrandt.
Indignazione Nel 2016 il fotografo americano Jock Struges espone a Mosca i suoi scatti, ritratti di nudo familiare con bambini, fotografie eteree, limpide e prive di malizia, o come le definisce lo stesso autore “primordiali”. “Si tratta dei miei vicini, dei miei amici che ho fotografato nel corso di 40 anni”, spiega il fotografo. E precisa: “Queste foto sono state pubblicate in gallerie e musei di tutto il mondo e nessuno vi ha visto pornografia”. Purtroppo il pubblico della capitale russa si è fermato solo alla superficie delle pose, trovandole di cattivo gusto, quasi un’istigazione alla pedo pornografia. Il gesto di disprezzo più eclatante è stato commesso da un giornalista, Aleksandr Petrunko che stappò una bottiglia che aveva portato con se e getta sulle immagini dell’urina, amplificando il meccanismo di dissenso popolare che porterà alla chiusura della mostra.

Bigottismo Sembrano esser stati frequenti i problemi di sicurezza alla National Gallery di Londra in passato, oltre ai danni al Leonardo, nel 1978 un uomo prese di mira un dipinto di Poussin, la Danza attorno al vitello d’oro. L’idolo narrato dall’episodio biblico rappresenta il culto pagano delle immagini, del tutto opposto all’iconoclastia professata da una spiritualità più alta, il simbolo della caduta morale degli ebrei. Sulla raffigurazione del bovino dorato arrivarono numerose coltellate che squarciarono la tela.

Ebbrezza molesta: Ormai passano quasi senza far clamore le notizie alla TV di mutilazione di sculture e fontane: l’elefante di piazza della Minerva a Roma ha una zanna in meno, il Nettuno di piazza della Signoria a Firenze è monco di qualche falange e la Barcaccia di piazza di Spagna è stata presa a bottigliate dopo una partita di calcio da parte della tifoseria del Feyenoord. Sono monumenti sempre sotto gli occhi di passanti e turisti, ma non meno preziosi solo perché alla pubblica mercé. Ciò che ha accomunato tutti questi atti, è la completa inutilità del gesto, la volontà di voler fare una bravata senza motivazione, senza la necessità di trasmettere alcun messaggio di protesta, per puro divertimento durante una sbronza con gli amici. Così, per ammazzare la noia, si nega un pezzetto di storia al globo intero.
Mafia Durante i primi anni novanta del secolo scorso la più grande organizzazione criminale del mondo subendo grossi attacchi da parte della magistratura di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, innesca una guerra spietata. Abbandona la tradizionale lupara e si affida a devastanti autobomba. Nel 1993 cosa nostra è alle strette e sceglie la via del terrore per condizionare il funzionamento degli istituti democratici e lo svolgimento della vita civile del paese. L’intento era quello di ottenere un allentamento del regime del 41 bis. Per approfondire questa storia leggi anche ATTENTATI ALL’ARTE. A Firenze, intorno all’una di notte del 27 maggio del 1993, da un Fiorino, carico di esplosivo parcheggiato in via dei Georgofili, a pochi metri dagli Uffizi, scaturisce una violenta deflagrazione che distrugge la Torre dei Pulci, sede dell’Accademia dei Georgofili. Perdono la vita cinque persone, 41 rimangono ferite. Gravi danni subì anche la Galleria degli Uffizi e il Corridoio Vasariano: il 25% delle opere d’arte presenti viene danneggiato. I capolavori più importanti, protetti dai vetri di protezione che attutiscono l’urto, si salvano, ma alcuni dipinti vanno perduti per sempre. Restano danneggiati anche Palazzo Vecchio, la chiesa di S. Stefano, Ponte Vecchio e le abitazioni circostanti, moltissime famiglie restano senza un tetto.

Contro la violazione di proprietà pubblica Conoscete Snapchat art? Si tratta di uno spazio virtuale in cui, in realtà aumentata, è possibile esporre in luoghi realmente esistenti opere d’arte. Fu chiamato ad aprire le danze di questa iniziativa Jeff Koons che ha simbolicamente “installato” alcune delle sue sculture in tutta la New York rielaborata dal social. Nell’arco di 24 ore uno dei suoi Balloon Dog 3D è stato imbrattato: esplorando il polmone verde della città col proprio smartphone, si notano alcuni graffiti sulla superficie dorata dell’opera. Un artista ed attivista cileno, Sebastian Errazuriz ha giustificato questa sua azione come mirata a difendere uno spazio che presto sarà appannaggio delle grandi aziende e che, seppur non fisico, ha necessità di essere tutelato e regolamentato da leggi precise. Si tratta di contenuti che saranno presto in diretta connessione con altre piattaforme, come Facebook, Instagram o Twitter, senza moderazione né limiti definiti.
Di questo ultimo episodio, per quanto risulti sia il meno grave a livello materiale, mi sconcerta come possa esser stato considerato legittimo, un’azione simile contro un bene culturale sotto gli occhi di tutto il web, scegliere di compromettere la fruizione di un monumento per evidenziale la prospettiva possibile di uno sciacallaggio economico. L’assenza della fisicità del fatto, del luogo e della statua trovo che non smorzi il messaggio sbagliato che per protestare o attirare l’attenzione del pubblico non ci sia altro mezzo che un atto vandalico.

Tirando le somme, vorrei chiudere questa analisi con un’altra definizione, stilata nel 1963, durante la cosiddetta Commissione Franceschini, grazie alla quale è stata coniata la definizione di Bene Culturale come
«testimonianza materiale avente valore di civiltà»
concetto che è tuttora alla base di tutta la seguente legislazione italiana e mondiale. Testimonianze materiali che posseggono un valore comune imprescindibile per la collettività, e questo a causa del loro valore artistico, storico, documentario. Ma, come la scienza dice, gli opposti si attraggono, e le testimonianze di civiltà sono automaticamente destinate ad incontrare il loro opposto, l’ignoranza.
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Sitografia e Bibliografia
- https://it.rbth.com/cultura/80791-vandali-al-museo
- https://www.ilmessaggero.it/pay/edicola/roma_ultimo_schiaffo_sfregio_beato_angelico-3654739.html
- https://www.nytimes.com/1974/03/01/archives/guernica-survives-a-spraypaint-attack-by-vandal-floor-is-sealed-off.html
- https://www.avvenire.it/agora/pagine/se-i-vandali-credono-di-essere-artisti
- https://it.rbth.com/cultura/80791-vandali-al-museo
- https://www.nanopress.it/cultura/2014/12/15/vandalismo-le-opere-darte-danneggiate-dai-teppisti/43551/
- https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/04/03/che-gesto-sublime-sfregiare-malevic.html
- https://liveromeguide.wordpress.com/2013/08/07/quando-la-pieta-di-michelangelo-fu-vandalizzata-a-martellate/
- https://www.doppiozero.com/rubriche/21/201210/rothko-e-i-suoi-vandali
- https://www.ilpost.it/2012/10/09/il-rothko-sfregiato-e-il-yellowism/
- http://www.treccani.it/vocabolario/tutela/
- https://tech.fanpage.it/snapchat-vandalizzato-il-balloon-dog-di-jeff-koons-in-realta-aumentata/
- https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/07/19/sparano-contro-leonardo.html
- https://liveromeguide.wordpress.com/2013/08/07/quando-la-pieta-di-michelangelo-fu-vandalizzata-a-martellate/
- http://www.repubblica.it/cultura/2016/09/26/news/sturges-148546157/
- http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Accadde-Oggi-Firenze-25-anni-fa-strage-dei-Georgofili-72b3b6f7-0ad3-4212-ba4a-7b874b6241dc.html#foto-1
- Detective dell’arte – Roberto Riccardi – Rizzoli
- https://www.raccontaresignificaresistere.it/27-maggio-1993-strage-dei-georgofili-quando-la-mafia-colpi-il-patrimonio-artistico-italiano/